Catalogo tematico delle composizioni

Il catalogo tematico delle opere di Giuseppe Tartini

Il catalogo tematico delle opere di Giuseppe Tartini, redatto nell'ambito del progetto interreg "tARTini" è, ad oggi, lo strumento più aggiornato e completo per conoscere la produzione musicale del piranese. A partire dal 1935, con il catalogo dei concerti ad opera del musicologo greco Minos Dounias, sono stati redatti diversi cataloghi tematici relativi ad ambiti parziali della produzione musicale di Tartini, ma nessuno di questi ha preso in considerazione l'intero corpus delle sue opere.

Com'è noto, Giuseppe Tartini nacque a Pirano nel 1692 e si trasferì a Padova attorno al 1708. Se si escludono gli anni Dieci del Settecento, vissuti tra l'Umbria, le Marche e il Veneto, e un breve periodo, tra il 1723 e il 1726, trascorso a Praga, Tartini visse ed operò a Padova fino al 1770, anno della sua morte. Nel corso di più di cinquant'anni, fu attivo come compositore, primo violino e maestro di concerti presso la Cappella musicale della basilica di Sant'Antonio di Padova, didatta per il violino e il contrappunto e teorico musicale.

La sua produzione musicale, giunta sino a noi attraverso manoscritti e stampe dell'epoca, risulta piuttosto consistente: si contano più di 160 tra concerti per violino, violoncello, flauto e archi; circa 190 sonate per violino solo o per violino e basso; duetti per due violini o per due viole, sonate a tre e sonate a quattro. Alle composizioni strumentali se ne aggiungono alcune vocali, liturgiche o paraliturgiche.

Questo catalogo tematico, iniziato nel maggio 2018, riprende, aggiorna ed integra i cataloghi di concerti, sonate e sonate a tre redatti fino ad oggi e, in aggiunta, prende in considerazione le composizioni che sono state solo parzialmente indagate, come le sonate a quattro e la musica vocale.

La redazione del catalogo ha coinvolto in particolare tre persone: Guido Viverit, responsabile per la scelta della struttura del catalogo, per il recupero, l'elaborazione e, in parte, l'inserimento dei dati delle opere nel software MerMEId; Alba Luksich per la gestione e l'inserimento dei dati; Simone Olivari, per la trascrizione e l'inserimento degli incipit musicali.

I dati presenti nel catalogo sono basati sulla consultazione diretta di alcune delle fonti custodite negli archivi e nelle biblioteche; sui principali repertori che riuniscono le fonti musicali europee e nordamericane, in particolare il Répertoire international des sources musicales A/I (stampe) e A/II (manoscritti); su cataloghi di numerose biblioteche; su tesi di laurea, tesi di dottorato e pubblicazioni musicologiche che hanno approfondito gli studi sulle composizioni di Tartini. Strumenti imprescindibili sono stati, in particolare, i cataloghi dei concerti redatti nel 1935 da Minos Dounias e nel 2010 da Margherita Canale, il catalogo delle sonate a tre e quello delle sonate per violino solo o violino e basso, pubblicati dal musicologo americano Paul Brainard rispettivamente nel 1969 e nel 1975.

La struttura del catalogo e l'organizzazione delle composizioni al suo interno sono state influenzate da alcune caratteristiche che contraddistinguono la tradizione delle opere di Tartini.

Una prima caratteristica è l'ampia disseminazione delle fonti manoscritte, conservate oggi in numerose biblioteche d'Europa e del Nord America: si ricordano in particolare le collezioni di Padova, Ancona, Parigi, Berlino, Dresda, Stoccolma e Berkeley (California). Tale disseminazione è dovuta a diversi fattori. In alcuni casi si tratta di manoscritti posseduti da allievi di Tartini che, com'è noto, giunsero a Padova da tutta Europa, tra il 1727 e il 1770, per perfezionarsi nella prassi violinistica e nel contrappunto. In altri casi la disseminazione è testimonianza di importanti eventi storici: è il caso della collezione che da Padova prese la via di Parigi a seguito dell'invasione dei francesi nel 1797. Infine, alcune collezioni furono acquisite da importanti biblioteche in tempi recenti. L'esempio più noto è quello dei manoscritti, con tutta probabilità di provenienza padovana, acquistati dalla Biblioteca dell'Università di Berkeley nel 1958.

Un altro elemento distintivo della tradizione delle fonti tartiniane è la quasi totale assenza di indicazioni che chiariscano la destinazione, ma soprattutto la datazione delle opere. Le fonti a stampa non aiutano in questo frangente, poiché solo in minima parte le composizioni di Tartini furono pubblicate. Questo stato di cose implica non solo una difficoltà nel comprendere l'evoluzione stilistica interna alla produzione del "Maestro delle nazioni", ma anche l'impossibilità di considerare la cronologia delle opere quale criterio di ordinamento per il catalogo.

Infine, lo stato delle fonti ha reso spesso difficile identificare inequivocabilmente la versione definitiva di numerose opere di Tartini. Non è raro, infatti, imbattersi in rielaborazioni di una stessa opera, che includono movimenti diversi o organici differenti. Vengono, in parte, in aiuto le edizioni sicuramente autorizzate che ammontano a due raccolte di dodici sonate ciascuna: l'op. I, pubblicata ad Amsterdam nel 1734, ad opera dello stampatore olandese Michel-Charles Le Cène; l'op. II, pubblicata a Roma nel 1745 dall'incisore Antonio Cleton. Incerto, invece, è il livello di autorizzazione per le raccolte di concerti Op. I, libro 1, 2, e 3 pubblicate da Le Cène, tra il 1728 e il 1730.

Come anticipato, queste particolarità hanno influito sulla scelta della struttura del catalogo. Le composizioni non sono ordinate per data, poiché l'assenza di indicazioni nelle fonti non consente di ordinarle secondo un ordine cronologico. Si è partiti dall'ipotesi di ordinamento proposta da Margherita Canale nella sua tesi di dottorato dedicata ai concerti per violino, apportando alcune modifiche. Le composizioni, perciò, sono state ordinate per forma e, in secondo luogo, per tonalità, facendo ripartire la numerazione da 1 per ogni gruppo tonale. Questo sistema consente di inserire in momenti successivi nuove composizioni senza dover procedere ad una nuova numerazione complessiva.

La sigla adottata è di tipo alfanumerico ed è costituita dai seguenti elementi: GT (Giuseppe Tartini), una cifra che indica la forma (1. concerto, 2. sonata, 3. duetto, 4. sonata a tre, 5. sonata a quattro, 6. musica vocale), un punto di separazione, la tonalità e un numero progressivo. Ad esempio la sigla GT 1.C01 identifica il concerto in Do maggiore numero 01.

La struttura generale del catalogo è la seguente:

GT 1. Concerti per strumento solista (violino / violoncello / flauto e archi)

GT 2. Sonate a strumento solo o accompagnato (violino / flauto e basso continuo)

GT 3. Duetti (per due violini o per due viole)

GT 4. Sonate a tre (per due violini e basso continuo)

GT 5. Sonate a quattro (per due violini, viola e basso)

GT 6. Musica vocale

Nell'ambito del catalogo sono comprese anche le composizioni che presentano attribuzioni dubbie, in quanto non vi sono sufficienti studi che, ad oggi, abbiano affrontato il problema. Nel caso in cui l'attribuzione appaia incerta o poco attendibile, si è provveduto a segnalarlo nel record dell'opera.

Inoltre, quando possibile, sono stati inseriti i collegamenti a cataloghi (in particolare OPAC del Servizio bibliotecario nazionale e catalogo della Bibliothèque nationale de France) e banche dati (RISM A/I e RISM A/II) che descrivono le fonti tartiniane. Infine sono stati aggiunti, quando esistenti, i collegamenti alle fonti digitalizzate messe a disposizione da alcune delle principali biblioteche italiane, francesi, tedesche e svedesi.

Guido Viverit